Ordine delle parole

L’italiano e l’inglese sono due lingue abbastanza simili nella costruzione delle frasi. Intendo dire che il più delle volte l’ordine degli elementi coincide: anche una frase relativamente complessa come "Sono quasi le undici ma Anna sta ancora studiando perché ha un esame domani pomeriggio" corrisponde — quasi parola per parola — a It’s almost eleven but Ann is still studying because she’s got an exam tomorrow afternoon.

Però ci sono alcune differenze importanti. Una riguarda gli aggettivi, che in inglese vanno prima del nome a cui si accompagnano. In italiano in qualche caso sono solo dopo: devo dire "una rivista mensile" e non posso dire "Jesus è una mensile rivista" oppure "Giovanna si è messa l’azzurra camicetta" invece di "la camicetta azzurra" — almeno non nella conversazione normale. In inglese dirò rispettivamente a monthly magazine e the blue blouse. In altri casi in italiano abbiamo un valore diverso a seconda della posizione: "un pover’uomo" non è necessariamente "un uomo povero" — in inglese poor man è ambiguo e dipende dal contesto se vuol dire che quella persona ha pochi soldi o qualche altro motivo pere essere commiserato.

In inglese gli aggettivi vanno messi dopo il nome a cui si riferiscono se esprimono il risultato dell’azione espressa dal verbo "abbiamo reso felici quei bambini" We’ve made those children happy; "ho dipinto di verde la porta" I painted the door green — notiamo che se avessi detto I painted the green door avrei detto che ho dipinto la porta verde: in questo caso il verde è il colore prima della verniciatura, nel caso dell’esempio di prima, il verde è il colore dopo la verniciatura.

Un altro caso di ordine diverso degli elementi l’abbiamo con i verbi come "vedere" e "sentire" seguiti da un altro verbo: in italiano si dice "ho visto cadere il bambino" in inglese è I saw the child fall, letteralmente "ho visto il bambino cadere". "Sentivo suonare una chitarra" I could hear a guitar playing.